e poi ritornano. saranno mica tutti così?
non può essere, uh?
no, non può essere.
che si continui a scegliere la certezza dell'infelicità all'incertezza di una felicità.
chi vince?
chi perde?
stavolta vinco io. poi si vedrà.
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16 luglio 2014
22 gennaio 2013
certo (o dell'Addio)
Succede che poi arriva.
Prima o poi dico. Ma ad un certo punto arriva.
Proprio mentre te ne stai lì a convincerti che 37meno1 sia febbre.
Si viene, si va e si arriva anche.
Arriva lui. arrivi tu.
quel sentimento strano quel magone che ti piglia quando meno dovrebbe. a te che ormai chissà quante ne hai già viste.
Arrivi tu, nel bel mezzo del nulla, del niente. Arrivi alla conclusione che non si è già arrivati. Mai. ma proprio mai.
Per fortuna forse, ma comunque per quell'infauta sorte che ci fa ritrovare a casa, una casa qualunque, nella città che tu hai scelto essere la tua casa di questi mesi, a casa con 37meno1 di febbre a rimuginare su sentimenti non espressi, che si cristallizzano.che pesano.
non pensavo di farlo mai, di voler farlo mai. mai più.
invece ho mentito sui miei sentimenti.
per il mio bene, certo. per la mia salute. per salvarmi la pelle, per la mia libertà, per non averlo più tra i piedi, per fargli tremendamente male, per fargli semplicemente male.
peccato che poi succede che ci si scopra interdipendenti, connessi, umani. che il sentire lo si senta anche a distanza, lo si scopra anche se si capovolge il mondo.
ma non è così che deve andare. razionalità è ai ferri corti con istinto. cervello combatte una guerra impari con budella - entraNas.
si diventa grandi.
sì, prima o poi arriva il momento.
e di momenti in questi ultimi mesi ne ho avuti proprio tanti da dimenticare. almeno quanto quelli da ricordare. ma questi, si sa, passano più veloci e non pesano molto sul cuore.
chissà se si capovolgesse il mondo davvero, chissà cosa saremmo noi.
ma nel frattempo resto solo una donna.sola.
che non ha bisogno del peso della tua solitudine, non vuole le tue cicatrici, le tue rughe, le tue carie.
E' che non ti amo abbastanza.
o semplicemente è che amo molto di più me stessa.
Sono arrivata. Adesso vai via tu.
13 settembre 2010
arrivederci amore ciao
mare, mare, mare, il viaggio, la frana, la laurea, i capelli corti, e il cortar todo. il nubifragio, il viaggio, le valigie, il trasloco, loco, loco, locus vivendi, motus vivendi, applications su applications, decisioni, che non vengono mai sole, e le compagnie, le compagne, i compagni, fin troppi, i compagni di casa, il vomito lo sfracelo, il recuperare, il rotary, i cv, i bambini e le famiglie di haiti, le telefonate, quelle che allungano la vita e quelle che creano altre vite, parallele, triangoli, rettangoli, rette, strade che non portano a roma, o forse sì, telefonate, e poi lui, il sudafrica, il sudamerica, i sud del mondo, il progetto africa, l'evaluation, gli stagisti, i tirocinanti, le cene, le cenette, i cenoni, il buio e la luce, i drammi di ferragosto, il bambino, i bambini, le donne incinte e gli uomini-coniglio, scappa che ti passa, e il brugge impossibile, le mail per sbaglio e gli sbagli vari, l'orologio, il telefono, il fermaglio per capelli, la rabbia, lo sfogo, le std e le pda, il meglio di sempre, lo stesso di sempre, uguale ad allora, storie che vanno, che vengono, che tornano, che passano, le telefonate, le donne d'altri e gli uomini altri, gli uomini alti, il greco e le vicissitudini, le risate infinite di una notte di fine estate, i parchi, i luoghi comuni, le giacche, i cappotti, un pò di neve e tanto freddo da gelare i capelli, le mani, il cuore, che non batte più, che non rompe più. il cuore che non c'è più. nè lui, nè nessun altro, ma quanto si ride bene insieme, e poi i pensieri, le parole, le opere e le OMISSIONI, e i circoli viziosi, e l'olanda viziosa, il summer programme, lo spagnolo, il greco, il turco, linda e mamasita linda, le telefonate che mi sembra di essere tornata ad allora, allora che si fa?, si aspetta, si aspetta, e ci si stanca di aspettare, di rispettare, di sognare, di parlare di telefonare. perfino di scrivere. forse. o forse no. e la mina, vagante, pendente parlante, la mina strombazzante, enough, e bernard, e il report, e mark, twain, e i viaggi in patagonia, ma no, solo in albania, io tu e le rose, che cose, che case. le sfere di cristallo, i palloni gonfiati, i sogni, i viaggi, mentali, l'innamoramento, ma sì, perchè no... e perchè sì? mah.. sì. ah, sì. e invece no, proprio no. le telefonate, perchè, perchè, perchè? le notti, in bianco, in nero, il vestito africano la principessa, la regina, batum, natum, aghem, e le bugie, todas las mentiras del mundo, y todo un mundo de mentiras, l'internship, la vicina arrogante, presuntuosa, prepotente, invadente, la vicina invasata, e l'invasata che si installa a casa sua, e la stupida che ci crede. apoteosi di stupidità, di credulitudine, e le risate infinite, la cena agnello e mussaka, a casa mia, a casa tua, le lasagne, e quegli occhi bellissimi, e le risate, come fa il cane, e i bambini che nascono, quelli che crescono e quelli che non cresceranno mai. e le rose, rosse, bianche, rose per te, per me. la casa col padrone, il padrone di casa, la casa che sta llì e craving, i messaggi, le risposte, la spiaggia, i baci gli abbracci e cosìvvia, sette figli e un cane, ma solo il cane resta. e l'africano, e martha e jacqui, e i telefoni, e le urla dell'altro mondo, di questo mondo e la visita e i dubbi e le paure, i dottori, il dottor stranamore, gli uomini e le donne africani, non è mal d'africa, nè mal d'amore, è mal di pancia, è rigurgito, un bagno, le sensazioni, ma cosa nascondi? cosa devo celare, imparare a non svelare, velare, vegliare, volere, non dimenticare, soltanto ciao.
e allora ciao.
http://www.youtube.com/watch?v=SkQRpPOfQNE
e allora ciao.
http://www.youtube.com/watch?v=SkQRpPOfQNE
29 luglio 2008
capitolo 3- un continente esagerato
troppa "gentilezza" che a un certo punto ti stufa.
tanti "come stai/how're u doing" e a pochi che importi davvero la risposta.
zero privacy.
troppe spiegazioni di un mondo inesplicabile.
bibite formato "grande".
alimenti "arricchiti" di svariate proteine.
mancanza di trasparenza e completezza nell'informazione.
colori colori colori, pallettes, accessori, telenovele, storie, magie, paure.
violenza, tanta.
gente di serie A
e tutti gli altri.
sangue blu, sangue rosso e sangue corrotto.
un visto per un sogno, per IL sogno.
silicone, bellezza a tutti i costi.
"semplicità" che non è un complimento.
non si può stare bene, ma solo "super bene"...
solo una cosa non si trova in abbondanza... quella cultura internazionale, tanto europea...
- Niente ottiene successo come l'eccesso - Oscar Wilde
tanti "come stai/how're u doing" e a pochi che importi davvero la risposta.
zero privacy.
troppe spiegazioni di un mondo inesplicabile.
bibite formato "grande".
alimenti "arricchiti" di svariate proteine.
mancanza di trasparenza e completezza nell'informazione.
colori colori colori, pallettes, accessori, telenovele, storie, magie, paure.
violenza, tanta.
gente di serie A
e tutti gli altri.
sangue blu, sangue rosso e sangue corrotto.
un visto per un sogno, per IL sogno.
silicone, bellezza a tutti i costi.
"semplicità" che non è un complimento.
non si può stare bene, ma solo "super bene"...
solo una cosa non si trova in abbondanza... quella cultura internazionale, tanto europea...
- Niente ottiene successo come l'eccesso - Oscar Wilde
25 giugno 2008
c'est la vie
24 giugno 2008
distonie
mi sembra ieri, mi sembra mai.
mi sembra che non sia mai successo... e c'è un ricordo invece che non mi sono inventata io
qualcosa mi sfugge ma non perchè fugga, ma solo perchè ho posato il dizionario da qualche parte.. pensando che conoscevo già troppo bene tutti i termini di questo gioco.
non cerco dizionario stavolta, non voglio interpreti. ci si esprime a gesti.
e in mezzo rimane solo un oceano di parole
mi sembra che non sia mai successo... e c'è un ricordo invece che non mi sono inventata io
qualcosa mi sfugge ma non perchè fugga, ma solo perchè ho posato il dizionario da qualche parte.. pensando che conoscevo già troppo bene tutti i termini di questo gioco.
non cerco dizionario stavolta, non voglio interpreti. ci si esprime a gesti.
e in mezzo rimane solo un oceano di parole
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yo
10 giugno 2008
momentanee sconfitte
....
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reduce anch'io della prima sconfitta italiana a questi Europei del 2008 (e speriamo l'ultima..), non posso fare a meno che iniziare a parlarvi di "necessità" prendendo spunto dalle parole dell'unico olandese in questa città.
La necessità di lamentarsi ovvero "lamentiti si voi stari bbeni"
Se ne parlava giusto ieri ad una bella cena internazionale nella nuova casa di Giovanni, la dimostrazione vivente che essere italiani è una questione di geni, non di passaporto.
L'olandese, sposo di una giovane colombiana, raccontava le sue disavventure con questa popolazione latina. Da buon europeo del Nord precisava che la parola data è da rispettare, in qualunque emisfero, è una questione di onore, è una questione di "faccia". -Lo dice a me, che sono siciliana!
Ovviamente si riferiva ad un'ultima delusione ricevuta da alcuni tra i tanti colombiani: I colombiani si impegnavano a dare la metà di un contributo, se lui avesse iniziato a mettere l'altra indispensabile metà. Parola d'onore, parola d'onore.
Bene.
Da buon nordico torna soddisfatto a casa sapendo di stare facendo del bene per questi colombiani che hanno tanto bisogno, e magari è ora che si svegliano.....
Da buoni colombiani (non voglio con questo generalizzare!!) tornano a casa contenti sapendo che con la metà del contributo potranno andare avanti per un bel pò, il tempo di trovare un altro pollo con cui fare lo stesso giochetto.
Il nordico cuore d'oro dice convinto e incavolato che cambieranno, che dovranno cambiare, che nel giro di 8/10 anni tutto sarà migliore.
La siciliana cuore di pietra pensa solo che "cu 'nfàmi ci voli u 'nfamùni".
A buon intenditore.
reduce anch'io della prima sconfitta italiana a questi Europei del 2008 (e speriamo l'ultima..), non posso fare a meno che iniziare a parlarvi di "necessità" prendendo spunto dalle parole dell'unico olandese in questa città.
La necessità di lamentarsi ovvero "lamentiti si voi stari bbeni"
Se ne parlava giusto ieri ad una bella cena internazionale nella nuova casa di Giovanni, la dimostrazione vivente che essere italiani è una questione di geni, non di passaporto.
L'olandese, sposo di una giovane colombiana, raccontava le sue disavventure con questa popolazione latina. Da buon europeo del Nord precisava che la parola data è da rispettare, in qualunque emisfero, è una questione di onore, è una questione di "faccia". -Lo dice a me, che sono siciliana!
Ovviamente si riferiva ad un'ultima delusione ricevuta da alcuni tra i tanti colombiani: I colombiani si impegnavano a dare la metà di un contributo, se lui avesse iniziato a mettere l'altra indispensabile metà. Parola d'onore, parola d'onore.
Bene.
Da buon nordico torna soddisfatto a casa sapendo di stare facendo del bene per questi colombiani che hanno tanto bisogno, e magari è ora che si svegliano.....
Da buoni colombiani (non voglio con questo generalizzare!!) tornano a casa contenti sapendo che con la metà del contributo potranno andare avanti per un bel pò, il tempo di trovare un altro pollo con cui fare lo stesso giochetto.
Il nordico cuore d'oro dice convinto e incavolato che cambieranno, che dovranno cambiare, che nel giro di 8/10 anni tutto sarà migliore.
La siciliana cuore di pietra pensa solo che "cu 'nfàmi ci voli u 'nfamùni".
A buon intenditore.
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19 maggio 2008
capitolo 1 - il sud
basta.
ho deciso:
devo parlarvi di questi colombiani...
non ne posso proprio più... è impossibile evitare di raccontare.
dunque se non vi interessa conoscere questo popolo latino, bene, tornate un'altra volta, ma io devo parlarne.
soprattutto dopo aver conosciuto persone così diverse tra loro, tutti colombiani, tutti sui generis.
l'ultimo dei tanti si chiama ricardo, lavora al canale televisivo presso il quale sto mandando in onda il programma "crece el Quindio". del programma ve ne parlerò un'altra volta.
ricardo avrà 23-24 anni, ha una "novia", una mamma, la passione per il rock, per le arti figurative e tanta voglia di raccontarmi il suo paese.
il "suo" paese, la SUA Colombia. perchè ogni colombiano ha una colombia tutta sua.
e si omogenea rispetto alle altre colombie se compariamo la visione di colombiano del sud con quella di uno del nord. ma non solo del sud o del nord della colombia.
in colombia ogni città ha un sud e un nord. sì, ovunque una città ha un sud e un nord.... ovvio, direte voi..
ma in colombia vivere al sud o al nord di Bogotà, come pure di Cali, di Medellin.. di Armenia.. ha un significato che va ben oltre la geografia.
ieri un tassista mi diceva "il sud è sempre sud"... com'è vero che il nord è sempre nord..
qui ad Armenia il sud ha un suo karma, e si descrive più o meno così:
case con tetti in lamine di amianto o se va bene di alluminio.
delinquenza legalizzata e legittimata dalla povertà.
affitti più bassi.
costi dei servizi pubblici più bassi, rispetto alla zona nord. (dunque detrazioni non per reddito ma per zona in cui si vive!!)
strade più malandate.
assenza o rara presenza delle forze armate.
omertà assoluta.
assenza di centri commerciali e grandi supermercati (quelli sono al centro e al nord).
musica ad alto volume, di stile nino d'angelo.
violenza continua e costante.
numero di armi da fuoco o armi varie pari ad una ogni due persone.
età media delle partorienti al primo figlio: 16 anni.
età media delle nonne al primo nipotino: 38 anni.
media stimata dei figli che non sanno nulla del padre: 1 su 2.
popolazione in possesso di un'assicurazione sanitaria (in Colombia il sistema sanitario è solo privato): 1 su 180.000 abitanti del sud
stima reddito medio per capita (popolazione adulta): 45 Euro al mese -ottimisticamente.
tetti scardinati con l'ultimo acquazzone 1/10
questo è il sud. o almeno quello che vedo io, che mi raccontano, che percepisco.
io... sono straniera e vivo al nord.
ho deciso:
devo parlarvi di questi colombiani...
non ne posso proprio più... è impossibile evitare di raccontare.
dunque se non vi interessa conoscere questo popolo latino, bene, tornate un'altra volta, ma io devo parlarne.
soprattutto dopo aver conosciuto persone così diverse tra loro, tutti colombiani, tutti sui generis.
l'ultimo dei tanti si chiama ricardo, lavora al canale televisivo presso il quale sto mandando in onda il programma "crece el Quindio". del programma ve ne parlerò un'altra volta.
ricardo avrà 23-24 anni, ha una "novia", una mamma, la passione per il rock, per le arti figurative e tanta voglia di raccontarmi il suo paese.
il "suo" paese, la SUA Colombia. perchè ogni colombiano ha una colombia tutta sua.
e si omogenea rispetto alle altre colombie se compariamo la visione di colombiano del sud con quella di uno del nord. ma non solo del sud o del nord della colombia.
in colombia ogni città ha un sud e un nord. sì, ovunque una città ha un sud e un nord.... ovvio, direte voi..
ma in colombia vivere al sud o al nord di Bogotà, come pure di Cali, di Medellin.. di Armenia.. ha un significato che va ben oltre la geografia.
ieri un tassista mi diceva "il sud è sempre sud"... com'è vero che il nord è sempre nord..
qui ad Armenia il sud ha un suo karma, e si descrive più o meno così:
case con tetti in lamine di amianto o se va bene di alluminio.
delinquenza legalizzata e legittimata dalla povertà.
affitti più bassi.
costi dei servizi pubblici più bassi, rispetto alla zona nord. (dunque detrazioni non per reddito ma per zona in cui si vive!!)
strade più malandate.
assenza o rara presenza delle forze armate.
omertà assoluta.
assenza di centri commerciali e grandi supermercati (quelli sono al centro e al nord).
musica ad alto volume, di stile nino d'angelo.
violenza continua e costante.
numero di armi da fuoco o armi varie pari ad una ogni due persone.
età media delle partorienti al primo figlio: 16 anni.
età media delle nonne al primo nipotino: 38 anni.
media stimata dei figli che non sanno nulla del padre: 1 su 2.
popolazione in possesso di un'assicurazione sanitaria (in Colombia il sistema sanitario è solo privato): 1 su 180.000 abitanti del sud
stima reddito medio per capita (popolazione adulta): 45 Euro al mese -ottimisticamente.
tetti scardinati con l'ultimo acquazzone 1/10
questo è il sud. o almeno quello che vedo io, che mi raccontano, che percepisco.
io... sono straniera e vivo al nord.
12 maggio 2008
la storia siamo noi
l
l
è uno strano senso di appartenenza che a doppio filo mi lega a una melodia chiamata "memoria"....
è come se la tutta la terra che ho calpestato mi appartenesse, tutti le bocche che ho baciato, tutte le mani che ho stretto, tutte le lingue che ho parlato, tutte le canzoni che ho cantato, tutti i balli che ho ballato, tutte le parole che ho scritto.
ma non è così...
c'è un universo che non ho ancora condiviso e che non è mai stato fotografato, se non dai miei occhi.
storie infinite fatte di sguardi di sorrisi, di abbracci, di lacrime, di orizzonti, di tramonti, di mari e di tempeste.
storie di incontri e di scontri che non sono mai esistite perchè mai sono state raccontate..
storie di gente comune mai entrata nelle mie pagine ma che trafigge tutti i giorni il mio cuore.
con la loro dignità, la loro insolenza, la loro simpatia, la loro necessità... con il loro amore e il loro disprezzo.
gente comune che fa la storia ma che nei libri di storia non entrerà mai.
quegli occhi che trafiggono i miei, che già mi appartengono, che non avrò mai il diritto di raccontare.
l
è uno strano senso di appartenenza che a doppio filo mi lega a una melodia chiamata "memoria"....
è come se la tutta la terra che ho calpestato mi appartenesse, tutti le bocche che ho baciato, tutte le mani che ho stretto, tutte le lingue che ho parlato, tutte le canzoni che ho cantato, tutti i balli che ho ballato, tutte le parole che ho scritto.
ma non è così...
c'è un universo che non ho ancora condiviso e che non è mai stato fotografato, se non dai miei occhi.
storie infinite fatte di sguardi di sorrisi, di abbracci, di lacrime, di orizzonti, di tramonti, di mari e di tempeste.
storie di incontri e di scontri che non sono mai esistite perchè mai sono state raccontate..
storie di gente comune mai entrata nelle mie pagine ma che trafigge tutti i giorni il mio cuore.
con la loro dignità, la loro insolenza, la loro simpatia, la loro necessità... con il loro amore e il loro disprezzo.
gente comune che fa la storia ma che nei libri di storia non entrerà mai.
quegli occhi che trafiggono i miei, che già mi appartengono, che non avrò mai il diritto di raccontare.
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