25 giugno 2008

c'est la vie




c'era una volta e c'è ancora ...

si era solo nascosto per farsi cercare, per farsi ritrovare e ritrovarsi.

c'est la vie.

- a nam vse ravno -

24 giugno 2008

something over the rainbow


c'è qualcosa in questo paese

qualcosa che ha fatto nascere un garcia marquez, qualcosa di più o meno uguale che ha fatto nascere farc, eln, m19 e altro.

qualcosa che fa nascere gruppi "di difesa", i paramilitari.

qualcosa che si sveglia ogni mattina con ogni colombiano e non è il sole.

c'è un sud e un nord, ci sono bianchi, neri, rossi, gialli, e tutte le vie di mezzo.

ci sono fiumi, laghi, oceani, montagne, pianure, deserti, ci sono tutte le sfumature di quel colore che chiamiamo verde.

c'è la necessità di affrontarlo con calma, l'abitudine di berne un goccio, l'orgoglio o l'incoscienza di prenderlo sempre di petto.

e poi c'è l'acqua. che scende, fluisce, scorre, si infiltra, bagna, lava, consuma, corrode, lucida, cade, crea, distrugge, passa.
come tutto del resto.

distonie

mi sembra ieri, mi sembra mai.



mi sembra che non sia mai successo... e c'è un ricordo invece che non mi sono inventata io


qualcosa mi sfugge ma non perchè fugga, ma solo perchè ho posato il dizionario da qualche parte.. pensando che conoscevo già troppo bene tutti i termini di questo gioco.


non cerco dizionario stavolta, non voglio interpreti. ci si esprime a gesti.

e in mezzo rimane solo un oceano di parole

10 giugno 2008

momentanee sconfitte

....



reduce anch'io della prima sconfitta italiana a questi Europei del 2008 (e speriamo l'ultima..), non posso fare a meno che iniziare a parlarvi di "necessità" prendendo spunto dalle parole dell'unico olandese in questa città.



La necessità di lamentarsi ovvero "lamentiti si voi stari bbeni"



Se ne parlava giusto ieri ad una bella cena internazionale nella nuova casa di Giovanni, la dimostrazione vivente che essere italiani è una questione di geni, non di passaporto.



L'olandese, sposo di una giovane colombiana, raccontava le sue disavventure con questa popolazione latina. Da buon europeo del Nord precisava che la parola data è da rispettare, in qualunque emisfero, è una questione di onore, è una questione di "faccia". -Lo dice a me, che sono siciliana!



Ovviamente si riferiva ad un'ultima delusione ricevuta da alcuni tra i tanti colombiani: I colombiani si impegnavano a dare la metà di un contributo, se lui avesse iniziato a mettere l'altra indispensabile metà. Parola d'onore, parola d'onore.

Bene.

Da buon nordico torna soddisfatto a casa sapendo di stare facendo del bene per questi colombiani che hanno tanto bisogno, e magari è ora che si svegliano.....

Da buoni colombiani (non voglio con questo generalizzare!!) tornano a casa contenti sapendo che con la metà del contributo potranno andare avanti per un bel pò, il tempo di trovare un altro pollo con cui fare lo stesso giochetto.



Il nordico cuore d'oro dice convinto e incavolato che cambieranno, che dovranno cambiare, che nel giro di 8/10 anni tutto sarà migliore.



La siciliana cuore di pietra pensa solo che "cu 'nfàmi ci voli u 'nfamùni".

A buon intenditore.

27 maggio 2008

capitolo 2 - STATO di necessità

nessun titolo potrebbe calzare più a pennello di questo, per rappresentare quello che si trova ancora nei miei pensieri e che sto provando a sviscerare nero su bianco.

stato di diritto, stato sociale, stato social-democratico... le reminescenze accademiche mi portano a cercare tanti tipi ideali di stati sovrani.

ma quello che spadroneggia in Colombia è senz'ombra di dubbio lo "stato di necessità".

Situazione politico-economico-sociale la quale attribuisce ad un lavoratore regolare, un salario minimo -sulla carta- di 170 Euro al mese, la garanzia che se stai male c'è un ospedale pubblico aperto, la sicurezza che se non hai un "seguro" (leggasi 'copertura assicurativa sanitaria') non ci proverai neanche ad entrare in quell'ospedale, tanto al massimo, ti daranno un'aspirina e ti rimanderanno da dove sei venuto.

dicasi stato di necessità quella condizione che prevede la possibilità di andare a dormire senza un tetto sulla testa, senza vestiti di ricambio, senza quella certezza che vada come vada domani il sole tornerà a splendere anche per te.

analizzando la costruzione, notiamo la parola "stato".

In questa posizione non indica il passato del verbo essere, poichè è presente come non mai.

Non indica la presenza dell'istituzione politica per eccellenza a vegliare sul benessere del cittadino.

Non indica neanche un momento "statico", un attimo stabile, duraturo, poichè è della transumanza delle sue genti che si nutre.

paradossalmente la parola "stato" potrebbe anche scomparire, se non fosse per la preposizione e la parola che segue "di necessità".

solo in questa costruzione la parola "stato" ha un senso qui in Colombia.

O almeno per noi occidentali...! Per noi abituati a cercare e trovare forze dell'ordine attente e responsabili, se denunciamo la presenza di un bambino che dorme sdraiato sul marciapiede.

Stato che non è stato, che è poco Stato e per nulla statico.

della necessità, quella sì che ce n'è bisogno di parlare.

ma adesso è notte in Europa come in Colombia e sarà necessario rimandare al prossimo capitolo la spiegazione di necessità

19 maggio 2008

capitolo 1 - il sud

basta.

ho deciso:
devo parlarvi di questi colombiani...

non ne posso proprio più... è impossibile evitare di raccontare.

dunque se non vi interessa conoscere questo popolo latino, bene, tornate un'altra volta, ma io devo parlarne.

soprattutto dopo aver conosciuto persone così diverse tra loro, tutti colombiani, tutti sui generis.

l'ultimo dei tanti si chiama ricardo, lavora al canale televisivo presso il quale sto mandando in onda il programma "crece el Quindio". del programma ve ne parlerò un'altra volta.

ricardo avrà 23-24 anni, ha una "novia", una mamma, la passione per il rock, per le arti figurative e tanta voglia di raccontarmi il suo paese.

il "suo" paese, la SUA Colombia. perchè ogni colombiano ha una colombia tutta sua.

e si omogenea rispetto alle altre colombie se compariamo la visione di colombiano del sud con quella di uno del nord. ma non solo del sud o del nord della colombia.

in colombia ogni città ha un sud e un nord. sì, ovunque una città ha un sud e un nord.... ovvio, direte voi..

ma in colombia vivere al sud o al nord di Bogotà, come pure di Cali, di Medellin.. di Armenia.. ha un significato che va ben oltre la geografia.

ieri un tassista mi diceva "il sud è sempre sud"... com'è vero che il nord è sempre nord..


qui ad Armenia il sud ha un suo karma, e si descrive più o meno così:

case con tetti in lamine di amianto o se va bene di alluminio.

delinquenza legalizzata e legittimata dalla povertà.

affitti più bassi.

costi dei servizi pubblici più bassi, rispetto alla zona nord. (dunque detrazioni non per reddito ma per zona in cui si vive!!)

strade più malandate.

assenza o rara presenza delle forze armate.

omertà assoluta.

assenza di centri commerciali e grandi supermercati (quelli sono al centro e al nord).

musica ad alto volume, di stile nino d'angelo.

violenza continua e costante.

numero di armi da fuoco o armi varie pari ad una ogni due persone.

età media delle partorienti al primo figlio: 16 anni.

età media delle nonne al primo nipotino: 38 anni.

media stimata dei figli che non sanno nulla del padre: 1 su 2.

popolazione in possesso di un'assicurazione sanitaria (in Colombia il sistema sanitario è solo privato): 1 su 180.000 abitanti del sud

stima reddito medio per capita (popolazione adulta): 45 Euro al mese -ottimisticamente.

tetti scardinati con l'ultimo acquazzone 1/10


questo è il sud. o almeno quello che vedo io, che mi raccontano, che percepisco.
io... sono straniera e vivo al nord.