18 luglio 2017

la porta

e allora un anno, cosa vuoi che sia,
ricordo il giorno, era colpa mia,
sarà così... -dicevi tu
sarà non più -lo dico io.
per questo un anno, cose abbandonate,
cose lasciate, cose sconosciute,
cose inventate, cose mai tradite,
per questo "un anno", ora è già passato.

La vita è adesso, non mentirmi sai,
la vita spesso non rincorre noi
cambiare il mondo per dimenticare
cambiare noi, cosa fa meno male?
Un anno è andato lo sai anche tu,
dimenticare ora non posso più,
giochiamo allora a farci compagnia,
le tue parole, la mia follia.

Quest'anno invece non potrà cambiare,
quello che è stato non dovrà passare,
come impunito sotto ponti e fiumi,
la vita è adesso, dietro questi fumi.
E non è un fuoco, e neanche una prigione,
una barriera, una stupida occasione,
una visione chissà poi di chi..
io parto adesso, la porta ecco, è lì.

La vita è adesso, non mentirmi sai,
la vita è questo e non rincorre noi
cambiare il mondo per dimenticare
cambiare noi, cosa fa meno male?
Un anno è andato, non fa male più
dimenticare ora, dài provaci tu
giochiamo allora a farci compagnia,
le tue parole, la tua follia...
io parto adesso, la porta, vai, è lì.

14 gennaio 2017

prova aperta



sssA, SSSA,

prova

1, 2, 3, 
prova

sì, potete cominciare:

si apra il sipario. 

(applausi)

nudi, ecco il palcoscenico, sistema le luci, 
metti un po' di musica
nudi.
fai partire applauso 
(applauso)
sono ancora nudi.

si baciano
(stupore del pubblico)
accorrono curiosi in platea (fruscio di scarpe, di voci)
continuano a baciarsi
(voci in sottofondo)
indifferenti si prendono per mano, complici camminano,
si amano
(sdegno del pubblico)
i curiosi restano in sala, gli spettatori paganti escono indignati,
gli amici arretrano verso le uscite
si amano, indifferenti al pubblico, alle voci, alla platea, alle scarpe.
(i curiosi applaudono brevemente, quasi di vergogna).
(voci dalla regia) sipario sipario

lui si gira, guarda verso la platea, in pochi applaudono.
lei si gira, guarda verso di lui, guarda verso di lei.
(sipario)

che stronzata fare debuttare i debuttanti al debutto dello spettacolo.
"Repetez! Era una prova generale!"
Una prova luci, suoni, pubblico.

gli amici escono
i curiosi restano
(sghignazzano) chissà se domani con quegli altri sarà pure divertente come oggi?
le maschere chiudono.
Avvisateci però, quando è una prova aperta!


12 novembre 2014

le strade di lei


e richiudi la sua porta,
il suo oroscopo è scaduto...

e che cosa vuoi che importa 
il futuro è ormai già vostro
perchè sì, l'hai scelto tu.
e riapri quella porta 
che ormai ha il vostro nome 
perchè sì, l'ha scelto lui.
perchè ormai l'hai scelto voi.

17 luglio 2014

Esa tendencia del hombre a terminar limpiamente lo que hace, sin dejar hilachas colgando.

...Despacio se fue dando cuenta de que la visita al Cerro había estado bien, precisamente porque se había fundado en otras razones que las supuestas. Saberse enamorado de la Maga no era un fracaso ni una fijación en un orden caduco; un amor que podía prescindir de su objeto, que en la nada encontraba su alimento, se sumaba quizá a otras fuerzas, las articulaba y las fundía en un impulso que destruiría alguna vez ese contento visceral del cuerpo hinchado de cerveza y papas fritas. Todas esas palabras que usaba para llenar el cuaderno entre grandes manotazos al aire y silbidos chirriantes, lo hacían reir una barbaridad.
...
Tal vez el amor fuera el enriquecimiento más alto, un dador de ser; pero sólo malográndolo se podía evitar su efecto bumerang, dejarlo correr al olvido y sostenerse, otra vez solo, en ese nuevo peldaño de realidad abierta y porosa. Matar el objeto amado, esa vieja sospecha del hombre, era el precio de no detenerse en la escala, así como la súplica de Fausto al instante que pasaba no podía tener sentido si a la vez no se lo abandonaba como se posa en la mesa la copa vacía. Y cosas por el estilo, y mate amargo.

Hubiera sido tan fácil organizar un esquema coherente, un orden de pensamiento y de vida, una armonía. Bastaba la hipocresía de siempre, elevar el pasado a valor de experiencia, sacar partido de las arrugas de la cara, del aire vivido que hay en las sonrisas o los silencios de más de cuarenta años. Después uno se ponía un traje azul, se peinaba las sienes plateadas y entraba en las exposiciones de pintura, en la Sade y en el Richmond, reconciliado con el mundo. Un escepticismo discreto, un aire de estar de vuelta, un ingreso cadencioso en la madurez, en el matrimonio, en el sermón paterno a la hora del asado o de la libreta de clasificaciones insatisfactoria. Te lo digo porque yo he vivido mucho. Yo que he viajado. Cuando yo era muchacho. Son todas iguales, te lo digo yo. Te hablo por experiencia, m’hijo. Vos todavía no conocés la vida.
Y todo eso tan ridículo y gregario podía ser peor todavía en otros planos, en la meditación siempre amenazada por los idola fori, las palabras que falsean las intuiciones, las petrificaciones simplificantes, los cansancios en que lentamente se va sacando del bolsillo del chaleco la bandera de la rendición. Podía ocurrir que la traición se consumara en una perfecta soledad, sin testigos ni cómplices: mano a mano, creyéndose más allá de los compromisos personales y los dramas de los sentidos, más allá de la tortura ética de saberse ligado a una raza o por lo menos a un pueblo y una lengua. En la más completa libertad aparente, sin tener que rendir cuentas a nadie, abandonar la partida, salir de la encrucijada y meterse por cualquiera de los caminos de la circunstancia, proclamándolo el necesario o el único. La Maga era uno de esos caminos, la literatura era otro .., la fiaca era otro, y la meditación al soberano cuete era otro.

Caminar con un propósito que ya no fuera el camino mismo... Así la visita al Cerro, después de todo, habría tenido un sentido, así la Maga dejaría de ser un objeto perdido para volverse la imagen de una posible reunión —pero no ya con ella sino más acá o más allá de ella; por ella, pero no ella—.
..
 En ese caso apiadarse hubiera sido tan idiota como la otra vez: lluvia, lluvia. ¿Seguiría tocando el piano Berthe Trépat? 
de Rayuela, J. Cortazar
https://www.youtube.com/watch?v=3nNHARvDX_U

16 luglio 2014

bon courage

e poi ritornano. saranno mica tutti così?
non può essere, uh?
no, non può essere.
che si continui a scegliere la certezza dell'infelicità all'incertezza di una felicità.
chi vince?
chi perde?
stavolta vinco io. poi si vedrà.

15 luglio 2014

l'incontro

incontrarsi non è come scontrarsi.
ci si incontra solo se si vuole...
ci si scontra anche quando non si vuole.

e poi c'è la poesia, l'attimo, fuggente.
c'è la musica, il ritmo, andante.
c'è la passione, il fuoco, ardente.

c'è incontrarsi e scontrarsi, come mai prima di allora.
come sempre.


14 luglio 2014

nirvana (ecco dov'era finito un post del 2008)

mi sembra come ... quel film di salvatores: NIRVANA..

e io sono "solo", il personaggio del videogame.

pase lo que pase, vada come vada mi ritrovo a dover rivivere le stesse storie, le stesse stupide storie di un gioco che non ho mai voluto giocare così.

perchè sì, in fondo voglio giocare... ma voglio essere io a muovere il joystic, e sempre io a essere il protagonista del gioco.

ma poi chissà come... entra un qualche virus e rimette in gioco tutto

e ti sembra di aver già vissuto questa scena, anni fa. e ti sei già detta: "no, non mi capiterà mai più niente di simile"...

e invece anche dall'altra parte del mondo ti ritrovi con un videogioco nuovo, ma che finisce sempre allo stesso modo.

prendiamola così

e speriamo che adesso sia davvero l'ultima.

si deve imparare dagli errori, devo imparare dai miei errori.

perchè non può più ripetersi. non me lo perdonerei più.